Non tutti i training escono col buco…

Eccomi di nuovo per far sentire la mia voce dall’altra parte del mare raccontandovi storie sulla mia vita come volontaria in Grecia. Quest’oggi ho deciso di condividere con voi la mia ultima esperienza durante il mid term training, ovvero quattro giorni spesi con altri volontari al fine di tirare le somme ognuno sul proprio progetto e la propria esperienza, confrontarsi con persone che stanno vivendo la stessa situazione e cercare delle soluzioni o la motivazione giusta per concludere al meglio quest’anno di volontariato europeo. O almeno così doveva essere in teoria.

La città d’incontro designata era Xanthi, situata a nord est del paese e vicinissima al confine con la Turchia. Inizialmente non avevo grandi aspettative rispetto a questo training, ma essendo di indole curiosa ero ad ogni modo entusiasta del fatto di poter allontanarmi per qualche giorno dalla mia routine e visitare un luogo nuovo dove non ero mai stata. La cittadina effettivamente si è rivelata molto gradevole, non troppo grande ma piena comunque di giovani, locali e una grande piazza dove si sono tenuti i festeggiamenti per il carnevale proprio nei giorni che ho speso lì. La prima sera, una volta riuniti tutti insieme con il trainer che avrebbe tenuto le attività per i giorni seguenti, dopo un brevissimo gioco per iniziare a conoscerci era già ora di cena, e così abbiamo goduto di un po’ di relax proseguendo la serata in centro e unendoci ad alcune feste volte a celebrare il Tsiknopempth, ovvero il giovedì del carnevale in cui è usanza grigliare carne, bere in compagnia e danzare mascherati. Nonostante fossimo rientrati in albergo quasi all’alba ero comunque motivata e curiosa per la mattinata che ci aspettava, speranzosa che avremmo davvero iniziato ad approfondire i temi legati al volontariato europeo e che avremmo avuto la possibilità di legare come gruppo insieme al nostro trainer.

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Le mie speranze però hanno iniziato a scemare quando ho appreso che l’unica attività della mattina sarebbe consistita nel dividerci in gruppi e fare un tour della città scattando delle foto ai monumenti più importanti e cercare di chiacchierare con gli abitanti del posto. Nella mia testa suonava più come attività conclusiva, ma tant’è… Il mio stupore non ha fatto che crescere quando, ritrovatici nuovamente per discutere delle nostre impressioni su Xanthi e mostrare le foto scattate, il tempo scorreva senza che si accennasse a cambiare attività o a iniziare ad entrare nell’argomento ESC. Va bene che si trattava del primo vero e proprio giorno di training, ma avevamo a disposizione solamente quattro giorni, non mesi!
Al termine del pomeriggio speso quindi a guardare le foto scattate da tutti i volontari (ridete pure ma purtroppo è la verità), ci siamo appropinquati al tavolo del buffet per la cena, almeno il cibo è sempre una buona consolazione. La serata in seguito è stata piacevole come la precedente, e di nuovo con due o tre ore di sonno in corpo eravamo (circa) pronti per vedere cosa ci avrebbe atteso durante il secondo giorno.

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Finalmente sembrava che si iniziasse a prospettare una giornata più proficua di quella precedente, ma evidentemente mi sbagliavo: abbiamo assistito a quella che credo sia stata la presentazione più noiosa e non ho timore di definire inutile della mia vita su quali saranno le prospettive future dopo il termine del volontariato; a tenere il discorso è stata una signora che aspira a diventare trainer e che per il momento accompagna i volontari durante questi progetti e sostiene il lavoro di quelli che trainer lo sono già. La cosa che mi ha lasciata più attonita è stata la lentezza e la poca spigliatezza di questa donna; io sicuramente non posso definirmi un’esperta, ma un formatore dovrebbe far ritrovare l’energia e la voglia di lavorare, non il contrario!

A seguito di quelle due ore che sono parse interminabili ci siamo risvegliati dal torpore con un gioco sul lavoro di squadra e successivamente abbiamo valutato entrambe le attività. Quello che proprio non mi tornava era come fosse possibile che non avessimo ancora discusso o menzionato il lavoro nelle nostre organizzazioni, le debolezze e le difficoltà, come trovare soluzioni a un problema. Arrivata alla fine del secondo giorno però ho deciso di rassegnarmi al fatto che questi formatori erano sicuramente delle belle persone, ma probabilmente non competenti come gli sarebbe stato richiesto.

Lungi da me annoiarvi ancora su ogni attività che (non) è stata svolta, vi basti sapere, nel complesso, che non ho trovato quei giorni spesi a Xanthi per niente utili, se non fosse per alcuni volontari conosciuti e con cui abbiamo sicuramente passato dei bei momenti e delle belle serate in compagnia a divertirci. Dal mio punto di vista, tuttavia, il senso di questi training dovrebbe proprio essere quello di aiutare i volontari a trovare soluzioni o condividere la propria esperienza in un ambiente neutro, lontano dai propri coordinatori o dal proprio ambiente in cui, a volte, potrebbero sentirsi giudicati. Il massimo che ho potuto fare è stato riportare le mie impressioni nel questionario valutativo, e mi auguro per il futuro che in qualche modo vi possano essere dei miglioramenti sulla qualità di queste attività, peraltro obbligatorie.

Sento a questo punto di dovere delle scuse ai temerari che sono arrivati fin qui con la lettura, ma mi auguro che questa testimonianza possa risultare utile a chi magari ha vissuto la stessa esperienza in un altro paese e che possa sentirsi meno solo.
Mi farò sentire presto con, spero, qualche storia più avvincente e positiva. Per ora, da Nea Moudania, è tutto!

Federica

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